Il rotolo che tramanda la Cronaca del monastero della Novalesa (Chronicon Novaliciense), composto da 28 fogli cuciti uno di seguito all’altro e divisa in cinque libri, rappresenta l’unico componimento letterario che si conosca redatto su rotolo pergamenaceo anziché su codici.

La Cronaca è una delle più semplici forme di narrazione storica, caratteristica del medioevo occidentale e bizantino, anello di congiunzione tra gli annali e la storia propriamente detta.

Nonostante l’elevato numero di monasteri, badie, priorati e cenobi fioriti intorno al Mille in Piemonte e nel centro Europa, il numero delle cronache pervenute fino a noi è scarsissimo, perciò questo rappresenta uno dei più straordinari documenti cronachistici dell’Italia medievale. È opera di un benedettino di cui non si conosce il nome, vissuto nella metà dell’XI secolo, quando i monaci si erano già trasferiti nel monastero di Sant’Andrea di Torino e in quello di Breme.

Definito da Pietro Vayra il «primo storico piemontese», il cronachista narra gli eventi compresi nel periodo tra il 726 e il 1060 e rivisita la storia del suo monastero arricchendola di particolari aneddotici e fantastici, facendoci intravvedere la struttura di una grandiosa realtà socio-politica.

Immagine del documento (ASTo, Sezione Corte, Museo Storico)