MOSTRA
Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte
14-27 gennaio 2025
Ingresso gratuito, da lunedì a venerdì, prenotazione obbligatoria

Una mostra itinerante

La mostra Remembr-House ha aperto al pubblico nell’autunno del 2024 a Torino, presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, per poi spostarsi a Madrid presso il Centro de Estudios Ibn Gabirol Colegio Estrella Toledano e a Ferrara presso il Palazzo Turchi di Bagno, in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara.

Questa esposizione nasce a partire dai cinque progetti vincitori del contest Case di Memoria, una delle tappe del progetto REMEMBR-HOUSE promosso da Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS. I partecipanti hanno presentato il loro progetto di Casa di Memoria che approfondiva una riflessione sul tema dei diritti inalienabili dell’uomo.

Il contesto storico di partenza di tutte le attività di REMEMBR-HOUSE è il periodo della dittatura fascista in Italia. Nel 1922 la presa di potere del Partito Fascista porta all’instaurazione di un regime dittatoriale che rifiuta la dialettica democratica: vengono soppressi i partiti e la libertà di pensiero.
Nel settembre del 1938 si abbattono sugli ebrei le leggi razziali, o razziste, anticipate dal famigerato Manifesto degli pseudo scienziati in cui si teorizzava la farneticante tesi dell’esistenza di una razza superiore, quella ariana, a cui gli ebrei non appartenevano. La legislazione antiebraica prevede forti limitazioni dei diritti per i cittadini ebrei, tra queste gli espropri dei beni immobiliari.
Dopo l’8 settembre del 1943, quando buona parte dell’Italia era occupata dai nazisti, per gli ebrei non rimane scampo: devono lasciare le loro case e le loro cose, subiscono arresti eseguiti da forze dell’ordine tedesche e italiane e in molti casi vengono deportati nei campi di sterminio.
Le liste di beni sequestrati agli ebrei italiani hanno ispirato la scelta del tema centrale di questo progetto, la casa, nella sua dimensione di spazio fisico ed emotivo al tempo stesso. La casa si trasforma così in un mezzo straordinario per avvicinare alla storia della Shoah: far rivivere la memoria di stanze e oggetti perduti stabilisce un legame con il passato e con le storie individuali che diventano simboli per riflettere sul presente e sui diritti umani fondamentali.

Le fonti

A pochi mesi dalla promulgazione delle leggi razziali viene istituito l’Ente Gestione e Liquidazione Immobiliare (EGELI), con il compito, fra l’altro, di acquisire, gestire e vendere i beni immobili confiscati agli ebrei. A tal fine l’ente delega diciannove Crediti fondiari presenti sul territorio italiano; per il Piemonte e la Liguria è incaricato l’Istituto di San Paolo di Torino. La banca, controllata dall’alto, doveva operare l’accertamento sulle proprietà da acquisire, la gestione e la vendita dei beni. Le pratiche, oggi conservate presso l’Archivio storico della Compagnia di San Paolo, descrivono case, appartamenti, terreni e oggetti della vita quotidiana delle famiglie che subirono le leggi.
Alla Liberazione, i beni vennero riconsegnati attraverso una complessa procedura di restituzione: al termine del conflitto viene istituita presso il Ministero del Tesoro una Direzione generale che gestisce la concessione dei risarcimenti alle vittime di bombardamenti, danneggiamenti, rastrellamenti, requisizioni e altri danni alle cose e alle persone.
Alcune pratiche di richiesta di contributo inoltrate all’Intendenza di Finanza di Torino (Servizio Danni di guerra) sono state ordinate e classificate sotto la dicitura “Beni ebraici”: questi fascicoli, conservati dall’Archivio di Stato di Torino, contengono richieste sia per il risarcimento per danni bellici, sia per la restituzione di mobili e immobili requisiti a seguito delle leggi razziali. L’EGELI fu sciolto nel 1957 ma la liquidazione, affidata al Ministero del Tesoro, si protrasse fino al 1997.

La mostra torna a Torino

Prima di ripartire per una nuova tappa europea, da Ferrara Remembr-House torna a Torino: i saloni juvarriani dell’Archivio di Stato le faranno da cornice in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria 2025, proponendo al pubblico una rilettura di fonti, provenienti da contesti diversi, che raccontano le vite e le storie, complesse e drammatiche, di chi subì in prima persona espropri e confische.

La mostra sarà visitabile dal 14 al 27 gennaio, dal lunedì al venerdì alle 15 e alle 16: prenotazione obbligatoria, scrivendo a as-to@cultura.gov.it.

CREDITS

La mostra/progetto REMEMBR-HOUSE/CASE DI MEMORIA si svolge nell’ambito del programma CERV- Citizens, Equality, Rights and Values, finanziato da European Education and Culture Executive Agency (EACEA).