L’Archivio di Stato conserva numerose raccolte cartografiche di mappe che vanno dal XVI al XIX secolo.

Una delle mappe più significative conservate è un’enorme carta della Valle di Susa, dal Monte Tabor fino ad Avigliana e Pianezza, divisa in nove parti e realizzata nel XVIII secolo dai Regi Topografi, probabilmente in otto anni di lavoro

Carte topografiche per A e B, Susa 3 foglio 1. Particolare con la zona del Monte Tabor

Anche l’Archivio di Stato di Torino aderisce alla campagna #iorestoacasa!. In questi giorni difficili in cui è necessario un atto di responsabilità collettiva l’Archivio di Stato di Torino presenterà sul sito web e sulle sue pagine social alcuni documenti esemplificativi del suo ricchissimo patrimonio documentario di oltre 83 chilometri lineari.

L’Archivio di Stato di Torino conserva decine di migliaia di mappe dei secoli XVI-XIX, risultato dell’intensa produzione cartografica promossa dallo Stato sabaudo. Essa è il frutto di una commistione di finalità strategico-militari (conoscere il territorio per organizzare la difesa dello Stato da potenziali invasori) e politico-amministrative (rappresentare oggettivamente il territorio per una più compiuta conoscenza dello spazio da governare dal punto di vista amministrativo ed economico).

I topografi regi incaricati di rappresentare in maniera fedele i diversi territori del Regno, in particolare le vallate  alpine, nel XVIII secolo erano alle dirette dipendenze dello Stato. Ogni anno, allo scioglimento delle nevi, essi si recavano nelle valli ed effettuavano schizzi del paesaggio, rilievi trigonometrici, calcoli di distanze. In autunno, quando cominciava a nevicare, essi ritornavano a Torino e, sulla base dei loro rilievi (senza fotografie e satelliti, computer o strumenti multimediali) elaboravano  a mano mappe come quelle che ancora oggi possiamo ammirare.

Uno dei risultati più sorprendenti di questa intensa attività è una mappa della Valle di Susa, disegnata forse tra il 1764 e il 1772 da un gruppo di topografi regi,  Giuseppe Avico, Giuseppe Andrea Boveri, Domenico Carello, Antoine Durieu. La carta è di grandi dimensioni, 850 cm di lunghezza e 493 cm di larghezza, e si presenta divisa in nove parti rettangolari, disposte in modo tale da consentire l’accostamento di una porzione all’altra. Essa rappresenta l’intera valle dalla sua estremità occidentale, il  Monte Tabor, fino a Rivoli, Alpignano e Pianezza, oltre alla vicina Val Sangone.

Carte topografiche per A e B, Susa 3 foglio 8. Particolare con i laghi di Avigliana e la Sacra di San Michele

Il disegno, acquerellato a varie tonalità, presenta come sfondo la raffigurazione del rilievo, di colore grigio con sfumature beige e verdi, rappresentato mediante la tecnica della proiezione orizzontale, con visione azimutale delle catene montuose, che ne consente la visione di entrambi i versanti.

La raffigurazione delle vie di comunicazione, rappresentate con il colore marrone, descrive, oltre ai principali assi viari, le strade reali di Susa, del Moncenisio e del Monginevro, pure sentieri e mulattiere alpine distinte tra strade carreggiabili,  da cavallo e da pedoni. La rete idrografica, di colore azzurro, raffigura, oltre alla Dora e al Sangone, affluenti e subaffluenti, bealere e laghi alpini; anche i ponti sono individuati con puntuale precisione.

Il colore rosso raffigura invece gli abitati: quelli principali, i comuni più piccoli e i villaggi; allo stesso modo sono indicati i grandi centri di spiritualità della valle, abbazie, certose e precettorie, ma anche le grange sparse sui monti. Cappelle e piloni votivi, mulini, croci lignee e fontane sono indicati da appositi segnali.  Non manca la rappresentazione del sistema difensivo valsusino, costituito da fortificazioni, trinceramenti, ridotte; nella carta sono raffigurate tanto le opere di sbarramento principali, come i forti di Exilles e della Brunetta, quanto i trinceramenti, del Moncenisio o di appoggio alle fortezze di fondovalle, e le opere difensive minori.

I fondovalle, rappresentati dai colori verde e giallo, sono raffigurati con una precisione quasi catastale, con una particolare interesse per i campi coltivati. Una speciale cura è dedicata al disegno della vegetazione boschiva e delle qualità colturali, tanto che gli alberi presentano pure l’ombra proiettata sul terreno.

Per ragioni di conservazione la mappa in nove parti della Valle di Susa non è oggi consultabile in originale, ma è liberamente e gratuitamente consultabile, come tutte le altre mappe conservate dall’Archivio di Stato di Torino, sul sito web dell’Istituto.

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CREDITS

La scheda qui presentata è stata elaborata da Edoardo Garis