Sezione Corte
Il palazzo degli Archivi di Corte fu realizzato dal Primo Architetto Filippo Juvarra tra il 1731 e il 1733. Esso rappresenta forse, nel suo genere e nella sua epoca, un caso unico nel mondo occidentale: non sono infatti noti in Europa Archivi centrali di Stato la cui sede sia costituita da un edificio progettato esclusivamente fin dall’origine a uso archivio.
La funzione cui l’edificio pubblico doveva assolvere era garantire al sovrano la conservazione e la rapida consultazione dei titoli giuridici e della documentazione necessari al governo dello Stato, sia in chiave di politica interna sia estera. Il razionale ordinamento degli archivi e la loro scrupolosa conservazione da parte della dinastia dei Savoia risale al XIII secolo, quando il castello di Chambéry divenne sede stabile del potere comitale sabaudo.
Non è un caso che nel 1731 il Palazzo juvarriano trovi una precisa e studiata collocazione all’interno del cuore della capitale del Regno di Sardegna, di cui da pochi anni i Savoia avevano assunto la titolarità: i Regi Archivi vennero difatti collocati vicino al Palazzo Reale, centro del potere assoluto del monarca, al quale furono collegati, anche fisicamente, mediante un corridoio che attraversava il Palazzo delle Regie Segreterie di Stato (i “ministeri”del Regno), oggi sede della Prefettura.
Sezioni Riunite
L’Archivio di Stato di Torino dispone a partire dal 1925 di una seconda sede, più grande di quella originaria. Il palazzo del San Luigi fu voluto a partire dal 1817 dall’Opera pia San Luigi Gonzaga, che intendeva investire le generose offerte dei benefattori nella costruzione di un ospedale da 100 posti letto per persone di ambo i sessi affette da malattie contagiose, per sostituire il piccolo ricovero (appena 24 letti) esclusivamente femminile di cui l’Opera disponeva sui bastioni della città di Torino.
Si decise di edificare il nuovo ospedale in una zona demaniale, nell’area nord-occidentale di Torino, dove precedentemente si trovava la cortina fra i due bastioni dell’angolo nord-ovest del muro di cinta, tra via delle Ghiacciaie (oggi via Giulio), via del Deposito (via Piave), via Santa Chiara e strada Valdocco (corso Valdocco).
Superate le opposizioni degli abitanti dei quartieri vicini, molto ostili all’idea di un ospedale per malattie contagiose in prossimità delle loro abitazioni, il 12 gennaio 1818 la Consulta dell’Opera pia approvò la scelta che era stata operata dalla “Commissione per la nuova fabbrica”, la quale tra i molti progetti pervenuti aveva indicato come migliore quello dell’architetto Giuseppe Talucchi (1782-1868). Poco più di due mesi dopo, il 26 marzo 1818, alla presenza del re e delle autorità cittadine, veniva posta la prima pietra del nuovo ospedale.