EPISODIO 0
Ma prima ancora, molto prima, ci sono stati fiori, biglietti, fotografie lasciate ai piedi di un albero. Gesti nati spontaneamente già poche settimane dopo il giorno della Liberazione, il 25 aprile del 1945. Un Istinto nato dal basso, popolare, per non dimenticare.
Tracce, per dire insieme “Ti ricordi?”
EPISODIO 1
La notte tra l’11 e il 12 giugno 1940 calano su Torino le prime bombe. L’Italia è entrata in guerra da un giorno e già se ne vedo i frutti, devastanti.
La guerra trasforma l’aspetto, la vita, i ritmi di tutta la città di Torino. Anche l’Archivio di Stato, che qui a Torino ha due sedi, finora luogo di pace e tranquillità, dopo l’entrata in guerra viene sconvolto da bombe e incendi. E deve sopravvivere, dandosi una nuova routine e stringendosi attorno al suo direttore Gian Carlo Buraggi, impegnato nelle operazioni di sgombero degli archivi, da mettere in salvo col contributo, il coraggio e l’impegno dei suoi archivisti e archiviste.
Al racconto segue una conversione tra Stefano Benedetto – direttore dell’Archivio di Stato di Torino, e Bruno Maida, storico e professore di Storia Contemporanea presso l’Università di Torino.
EPISODIO 2
Dopo l’armistizio Torino vive mesi di occupazione, rastrellamenti, bombe e terrore. L’Archivio di Statonon è più solo un luogo della memoria: diventa anche luogo di Resistenza passiva. In un clima di paura crescente, mentre le truppe tedesche e la Repubblica Sociale Italiana controllano la città, l’Archivio deve proteggerenon solo i suoi documenti, ma anche le persone che vi lavorano, tra allarmi aerei, requisizioni, rappresagliee rischi sempre più concreti. Tra le strade delle città e tra le carte, si intrecciano storie di coraggio, piccole azioni quotidiane che sfiorano la disobbedienza civile.
Al racconto segue una conversione tra Stefano Benedetto – direttore dell’Archivio di Stato di Torino, e Chiara Colombini, storica, autrice e ricercatrice.
EPISODIO 3
Dall’inverno 1944-45 alla primavera, Torino trama in silenzio: operai in sciopero, staffette che collegano fabbriche e brigate di montagna, archivisti che nascondono volantini e ordini fra le pergamene medievali. Il 18 aprile lo sciopero generale paralizza la città, preludio all’insurrezione della notte tra il 25 e il 26, quando le campane del Duomo suonano a distesa e le prime barricate sorgono in via Po. Mentre i nazifascisti arretrano verso il Po, l’Archivio sigilla i documenti più preziosi, protocolla i decreti del CLN e offre rifugio ai perseguitati. Il 6 maggio, nella parata di piazza Vittorio Veneto, sfilano le bandiere partigiane: si apre finalmente una pagina nuova.
Al racconto segue una conversione tra Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato di Torino, e Carlo Greppi, storico, scrittore e autore di numerosi saggi sulla storia del Novecento.
EPISODIO 4
Dal 26 aprile 1945 Torino depone i fucili e alza le lapidi: muri, piazze e cortili si riempiono di nomi incisi per dare un volto ai caduti e un volto nuovo alle strade appena liberate. Nelle sale della prima Mostra della Resistenza l’Italia antifascista espone se stessa, rivendicando che stare dalla parte giusta non è un mito o una fantasia ma un fatto concreto, fotografato, catalogato, mostrato. Intanto Sandretti e altri archivisti raccolgono documenti – volantini, diari, pellicole… – gettando le fondamenta dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea, trasformando la memoria in mestiere quotidiano. Così, fra pietra, carta e celluloide, la ricostruzione comincia dal verbo “ricordare”. O meglio, dalla domanda da cui tutto è partito: ti ricordi?
Al racconto segue una conversione tra Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato di Torino, e Leonardo Mineo, professore, archivista e curatore del volume che ha ispirato questo podcast.