Reato
Insulto, con animo premeditato e senza causa, armato di spada, contro il notaio Giovanni Petrino Monge, segretario della comunità di Scarnafigi, accusandolo di avergli fatto insorgere contro la comunità impedendogli di esigere i denari che gli spettavano dalla gabella del sale; essersi recato dal podestà, che lo aveva fatto incarcerare, con un pretesto; avere estorto, con coltello alla mano, una pezza di alteno a suo padre; avere ferito, con armapungente, Filippo Cortese; insulto contro lo speziale Pietro Arnaldo; affronto contro il prete Prina e avergli lanciato contro un forcone, minacciandolo di morte; già condannato
Pena
Per gli insulti: 4 mesi di carcere, da contarsi dal giorno dell'arresto, e pagamento delle spese; per gli altri reati: inibizione di ogni ulteriore molestia, con sottomissione di no offendere più, sotto pena del carcere o altramaggiore ad arbitro del Senato, senza pagamento delle spese