Reato
Falsità di autentica di un instrumento di matrimonio tra Giorgio Antonio Giraudo e la vedova Domenica Franzera, ricevuto, spedito in copia manualizzata ed autenticata dall'inquisito, che dichiarò d'aver insinuato tale instrumento a Cortemiglia e averlo posto nel libro 1 a foglio 46 per fede di Pietro Antonio Marrone insinuatore in data 23 agosto 1733, benché tale strumento non fosse stato insinuato; falsificazione di ricevuta dell'insinuazione del 28 settembre 1744 dell'atto di aggiudicazione ricevuta il 28 settembre 1743 di una pezza di terra e viti a favore di Caterina Viglina, moglie di Giacomo Gemello, ai danni di Giovanni moglie di Domenico Dalpiano per 121 lire, 4 denari 3 e 4 soldi, senza che tal atto sia stato insinuato; aver forzato, indotto e subornato Gerolama, moglie di Michele Alasia di Cravanzana a deporre il falso dichiarando che Marc Antonio Gallina, nella contesa con lei avuta il 23 settembre 1753 sulla strada pubblica, le aveva sottratto una ventagliera e 5 lire in denari, facendo così comparire come grassazione l'insulto a lei fatto; aver indotto, con istanze e richieste, Giovanni Battista Cantone di Monesiglio a deporre il falso, dicendo di aver visto il Gallina percuotere con pugni e calci la Alasia, toglierle la ventagliera e farsi conegnare il denaro; aver tentato di convincere Francesco Fresta di Monesiglio, con esibizione anche di uno zecchino, a deporre il falso come sopra contro Gallina; aver tentato, ma invano, di convincere Giovanni Francesco Piacentino a deporre il falso come sopra contro il Gallina; aver procurato, da Giuseppe e Carlo Francesco Musso, padre e figlio un attestato da lui disteso che Marc Antonio Gallina e il fratello Francesco avevano pagato alla Alasia 50 lire perché questa ritirasse la querela sporta contro il Gallina; aver tentato di indurre la vedova Battistina Bosta, il chirurgo Giovanni Battista Chiola e Francesco Cesino a deporre il falso ai danni dei fratelli Gallina circa la fabbricazione di monete false, per cui si è formato un processo su istanza dell'inquisito e tentativo di avere da Giovanni Pellerino una falsa deposizione nella causa civile che vertiva tra Sebastiano Gallina e Matteo Serafino; essersi qualificato medico e chirurgo patentato ed essersi dedicato a cure e visite di ammalati, somministrando loro rimedi interni da lui composti che causarono danni agli ammalati, con aver pure ordinato emissioni di sangue e aver fatto atti superstiziosi; malversazione nell'ufficio di Procuratore patrocinante e di Procuratore fiscale; essere persona torbida, rissosa, solita a procurare liti per fare guadagni, a sparlare delle persone superiori, anche ecclesiastiche, e di condurre vita disonesta con Francesca Degiorgis
Pena
Inibizione di ogni ulteriore molestia senza costo di spesa alcuna per il primo capo di imputazione; privazione dell'ufficio di Procuratore fiscale, bando dalla Provincia di Alba per 5 anni e pagamento delle spese per gli altri capi di imputazione; sportula 4 lire