Avere abusato della sua professione di chirurgo e dell'ingenuità di Anna Maria Orrechia per conoscerla più volte carnalmente; avere attentato alla propria vita ferendosi per timore che l'accusa di stupro comportasse la morte; avere tentato di uccidere, senza causa e a sangue freddo, a colpi di rasoio, il custode delle carceri Gaspare Pavese per potere fuggire e avere anche ferito il suo compagno di cella Tomaso Filippo Borreani; avere tentato nuovamente di darsi la morte tagliandosi le vene con una medaglia di ottone tagliente
Luogo e data reato
[luogo non indicato] 1740, ago.; 1740, set.; 1741, marzo 6; 1741, ago.
Pena
Per l'abuso e il commercio carnale: assoluzione senza pagamento delle spese; per gli altri reati: bando dalla città e provincia di Acqui per 2 anni, indennizzo dei feriti e pagamento delle spese